Hai portato a casa un cucciolo ed è stato subito un tornado di energia? Ma da qualche giorno ti sembra strano, si muove meno e c’è qualcosa che non va.

Sembra che abbia male da qualche parte, forse ad una zampa, eppure siamo certi che non abbia subìto alcun tipo di trauma. Cosa possiamo fare?

Se ci troviamo in questa situazione è meglio prenotare una visita dal nostro veterinario di fiducia.

Anche se può sembrare strano in un animale giovane, ci sono molte patologie ortopediche che possono colpire il nostro nuovo amico.

Tra queste ci sono l’osteocondrosi e l’osteocondrite dissecante. Vediamo insieme cosa sono, cosa provocano e cosa possiamo fare noi per individuarle velocemente e gestirle nel migliore dei modi.

Cosa sono osteocondrosi e osteocondrite dissecante

Osteocondrosi (OC)

L’osteocondrosi, comunemente abbreviata in OC, è una malattia dello sviluppo osseo, quindi interessa i cani giovani, che sono ancora in accrescimento.

È provocata da un disturbo, un ritardo o una mancanza di ossificazione encondrale, che è il meccanismo base che permette l’allungamento delle ossa del nostro cucciolo.

L’eziologia esatta non è ancora stata accertata ma sicuramente è multifattoriale ed è correlata ad una crescita rapida e ad un rapido aumento di peso. Può colpire tutti i centri di ossificazione, sia primari che secondari, la cartilagine di accrescimento (raramente) o quella articolare, molto più di frequente. L’osteocondrosi può rimanere soltanto un’anomalia che si riscontra facendo delle radiografie e che sul lungo periodo non darà nessun tipo di problema oppure evolvere in OCD, l’osteocondrite dissecante.

Osteocondrite dissecante (OCD)

L’osteocondrite dissecante è l’evoluzione dell’osteocondrosi.

È caratterizzata da un deficit della nutrizione nello strato più profondo della cartilagine che porta alla necrosi del tessuto e poi, di conseguenza, a una fissurazione tra la cartilagine e l’osso subcondrale, cioè l’osso che sta sotto lo strato cartilagineo. Tutto questo processo causa dolore, e quindi una zoppia che noi possiamo notare nel nostro cucciolo.

Di solito i sintomi insorgono intorno ai 4/5 mesi, ma questa è solo un’indicazione di massima. Ogni cucciolo è diverso, e l’età in cui si manifestano i primi sintomi può variare. Il meccanismo scatenante, o eziologia, dell’osteocondrosi e dell’osteocondrite dissecante non è ancora ben chiaro. Molto probabilmente è multifattoriale ed è correlato a una crescita rapida e ad un rapido aumento di peso. Proprio per questo gli animali di taglia grande, con un peso da adulti di più di 20kg, tendono ad essere i più colpiti.

I fattori predisponenti sono:

  • Crescita molto rapida (anche all’interno della stessa cucciolata i soggetti che crescono più rapidamente sono i più predisposti)
  • Sovrappeso e obesità
  • Squilibri nei livelli di calcio
  • Ormoni sessuali, i maschi sono più colpiti delle femmine
  • Fattori genetici
  • Traumi

Le razze più predisposte all’OC e all’OCD sono:

  • Pastore tedesco
  • Rottweiler
  • Alano
  • Labrador
  • Golden retriever
  • Terranova
  • San Bernardo
  • Bovaro del Bernese

Se il nostro cucciolo appartiene a una di queste razze è importante prestare ancora più attenzione, ma ogni cane può essere colpito dall’osteocondrosi e dall’osteocondrite dissecante, quindi è sempre bene fare attenzione ai comportamenti del nostro cane, stando attenti ad ogni cambiamento sospetto.

Il processo fisio patologico

Per capire esattamente cosa sta succedendo al nostro cucciolo è importante capire com’è formata un’articolazione sana, come si accresce e qual è il processo fisiopatologico che sta alla base dell’osteocondrosi e, nei casi meno fortunati, dell’osteocondrite dissecante.

Un’articolazione è definita come “una struttura anatomica che mantiene in contiguità due o più superfici ossee, interconnesse tramite i tessuti connettivi”. Nel corpo ci sono diversi tipi di articolazioni, classificate in base alla loro possibilità di movimento, ma quelle a cui ci riferiamo di solito sono quelle dette “mobili”.

Le articolazioni dette mobili sono formate da:

  • I capi ossei che si interfacciano
  • La cartilagine articolare che ricopre le estremità delle ossa, in modo che non sfreghino tra loro
  • La capsula articolare, di tessuto connettivo fibroso, che circonda l’articolazione e la mantiene in sede
  • La cavità articolare, situata tra le due porzioni ossee, che contiene la membrana sinoviale e il liquido sinoviale

La cartilagine articolare è un tessuto che riveste le superfici articolari. Funge da guaina protettiva, superficie di scorrimento e da ammortizzatore. È formata da condrociti, è priva di terminazioni nervose quindi “non sente dolore” ed è priva di vascolarizzazione. Il nutrimento arriva da piccoli vasi sanguigni che provengono dall’osso sottostante, in particolare dal periostio, e dal liquido sinoviale, che è quella sostanza che sta all’interno della capsula che avvolge l’articolazione e che ha una funzione lubrificante oltre che nutritiva.

La funzione della cartilagine è anche quella di isolare totalmente l’osso che ricopre dal liquido sinoviale, con cui non dovrebbe mai venire in contatto.

Una volta completato l’accrescimento la cartilagine non rigenera più o in piccolissima parte.

Per consentire l’accrescimento dell’animale le ossa si devono allungare, e, nelle ossa lunghe, quelle che compongono gli arti del nostro cane, questo avviene tramite un processo chiamato “ossificazione encondrale”, o indiretta. Si chiama così perché prevede una fase intermedia in cui prima si ispessisce la cartilagine, che poi a sua volta si trasforma, va in contro ad ossificazione, e diventa così l’osso definitivo. Ogni osso ha molti punti in cui avviene questo processo di allungamento, in modo da permettere uno sviluppo uniforme.

In ogni punto in cui l’osso si sta allungando ci possiamo immaginare le cellule cartilaginee, o condrociti, che si moltiplicano e si dispongono una sull’altra a formare delle colonne.

Quando tutto procede regolarmente pian piano le cellule cartilaginee si gonfiano, si modificano e si trasformano in osso.
Contemporaneamente all’apice delle colonne si producono nuove cellule cartilaginee e in questo modo il processo va avanti fino a che la crescita non è completata. L’osteocondrosi è dovuta al fatto che le cellule cartilaginee, che si dovrebbero trasformare in cellule ossee non completano in modo fisiologico questo processo. I condrociti non calcificano correttamente e iniziano a degenerare. Questo altera e blocca tutto il processo perché con la degenerazione delle cellule che stanno alla base delle colonne viene compromessa anche la vascolarizzazione.

A causa di questa mancata trasformazione c’è uno squilibrio tra cartilagine, che diventa molto spessa, e osso, che non cresce a sufficienza.

A questo punto possono succedere due cose:

  • il processo si ripristina, e quindi l’osteocondrosi può rimanere completamente asintomatica o addirittura guarire del tutto
  • Il processo di ossificazione non si ripristina, la situazione si aggrava, e l’osteocondrosi si trasforma in osteocondrite dissecate.

L’osteocondrite dissecante si verifica quando c’è una fessurazione tra la cartilagine e l’osso subcondrale.

Cosa provoca l’ocd

L’ OCD si sviluppa nel momento in cui tra l’osso subcondrale e la cartilagine si sviluppa una fissurazione.

Questo accade perché il movimento dell’articolazione sollecita una struttura più debole del normale, troppo spessa rispetto a quello che dovrebbe essere e non ben ancorata ai tessuti sottostanti.

La vascolarizzazione non corretta della cartilagine in accrescimento ne causa la necrosi, ed è in questi punti che avviene il distacco della cartilagine dall’osso.

Le conseguenze dell’OCD sono la liberazione di frammenti e di prodotti della degenerazione della cartilagine. Di conseguenza si crea un’infiammazione della capsula articolare, detta sinovite.

Inoltre, in questa condizione l’osso subcondrale viene in contatto con il liquido sinoviale, cosa che non dovrebbe mai succedere e ne deriva un’infiammazione dell’osso (detta osteite).

Sia la sinovite che l’osteite sono estremamente dolorose, ed è per questo che il nostro cane comincia a zoppicare.

Nelle fasi iniziali si solleva solo un lembo della cartilagine, ma con il tempo questo lembo si può staccare del tutto, diventando un frammento vagante all’interno della capsula articolare.

Questo frammento può andare in contro a diversi destini:

  • venire riassorbito. Succede quando è di piccole dimensioni
  • calcificare, e, talvolta, aumentare di dimensioni
  • aderire alla membrana sinoviale

Lo spazio vuoto lasciato dalla cartilagine che si è staccata viene progressivamente riempito da tessuto fibrocartilagineo e sul lungo periodo anche questo processo provoca sinovite cronica e degenerazione articolare.

Sintomi dell’osteocondrosi

Che sintomi mi devo aspettare se il mio cane soffre di OCD?

Il primo campanello d’allarme è il nostro cucciolo che comincia a zoppicare, anche in assenza di qualsiasi tipo di trauma.

Di solito questo accade tra i 4 e i 12 mesi di età, ma come sempre è un’età indicativa.

Più passa il tempo e più la zoppia si aggrava e inoltre e peggiora dopo che il cane ha svolto dell’attività fisica. Un altro segnale che qualcosa non va è un’andatura rigida, ed il fatto che, nel tentativo di alleviare il dolore, il nostro cane assuma delle posizioni anomale anche quando è fermo.

Inoltre, le articolazioni interessate sono dolenti, e il nostro cucciolo dimostrerà di avere male se gliele tocchiamo.

In generale un cane affetto da OCD tende ad essere riluttante al movimento, cerca di risparmiare l’arto colpito e di conseguenza inevitabilmente l’andatura si modifica e il muscolo degli arti colpiti va diminuendo.

Quando la patologia colpisce entrambi gli arti può diventare più difficile rendersi conto del problema perché paradossalmente la zoppia rischia di essere meno evidente. Nei casi più gravi però il dolore può essere così invalidante da spingere l’animale a rifiutare del tutto di muoversi.

Diagnosi dell’ osteocondrite

Se abbiamo anche solo il sospetto che il nostro cane possa soffrire di OCD è bene portarlo immediatamente dal veterinario, se possibile specializzato in ortopedia. Come per molte altre patologie prima si interviene più è probabile che si riesca ad arginare i sintomi e la progressione della malattia, quindi il tempo è prezioso.

Il nostro veterinario di fiducia procederà ad un’accurata raccolta dell’anamnesi, ad una visita clinica generica e poi a una visita ortopedica.

Nel momento in cui si descrive al nostro veterinario tutta la sintomatologia del nostro cane è importante essere precisi, e parlare anche di eventuali variazioni della zoppia, che può essere più o meno importante anche nel corso della stessa giornata.

Questo perché i sintomi variano anche in base alla presenza o meno di un frammento di cartilagine libero in articolazione e a dove si localizza.

I segni clinici che si possono riscontrare durante sono:

  • gonfiore dell’articolazione, dovuto al processo infiammatorio
  • dolore quando si piega e si estende l’arto
  • diminuzione del tono muscolare
  • crepitii durante il movimento nei casi più cronici
  • andatura rigida
  • anomalie della postura

In caso di presenza di un frammento di cartilagine staccato gli scenari sono fondamentalmente tre:

  • se si trova in aree significative può interferire con la funzione articolare e quindi provocare sintomatologia persistente
  • Se si localizza nei fondi ciechi della capsula articolare può non causare alcun sintomo
  • Se è libero e si muove può causare sintomi intermittenti

Una volta completata la visita clinica, se il veterinario conferma i suoi sospetti riguardo una possibile OCD, verranno effettuate delle radiografie in sedazione per verificare l’effettivo stato dell’articolazione.

La sedazione è molto importante perché consente di posizionare il paziente nella maniera corretta per poter vedere il meglio possibile l’articolazione senza causargli dolore.

E’ sempre importante radiografare sia l’articolazione che si sospetta essere affetta che quella controlaterale.

Arrivati a questo punto si potrà confermare la diagnosi di osteocondrite dissecante e procedere a valutare le possibili terapie.

Che articolazioni può interessare l’ocd?

Le articolazioni che possono essere interessate dall’OCD sono

  • Spalla
  • Gomito
  • Ginocchio
  • Garretto

OCD di spalla.

È la forma più comune di OCD. Si manifesta con una zoppia dell’arto anteriore. Nella maggior parte dei casi il danno cartilagineo interessa la testa dell’omero, quella porzione dell’osso simile a una sfera che si articola con la scapola.

Se si opta per il trattamento chirurgico questo consiste nella rimozione del flap cartilagineo e nel curettage, cioè una “pulizia” dei margini della lesione.

Se possibile l’intervento può essere eseguito in artroscopia.

OCD di gomito.

Anche in questo caso si manifesta con la zoppia dell’arto anteriore. Di solito interessa il condilo omerale mediale o il processo anconeo che sono due porzioni dell’omero che si trovano nella parte che si articola con radio e ulna.

La terapia è quasi sempre chirurgica, quando possibile si può eseguire in artroscopia.

OCD di ginocchio.

Si manifesta con una zoppia dell’arto posteriore. Il punto in cui si sviluppa comunemente è il condilo femorale mediale, una porzione del femore che si articola con la tibia.

La terapia anche in questo caso è molto spesso chirurgica, e consiste nella rimozione del flap cartilagineo e poi in un curettage. Se possibile si può fare per via artroscopica.

OCD di garretto.

È la forma meno comune di osteoartrite dissecante. Si manifesta con una zoppia dell’arto posteriore. Il punto solitamente colpito da OCD è il labbro mediale dell’astragalo.

Le lesioni possono essere di due tipi:

  • un piccolo flap cartilagineo
  • può essere coinvolto anche l’osso subcondrale oltre alla cartilagine

Anche in questo caso la terapia è chirurgica ma rispetto alle altre forme di OCD l’esito tende ad essere peggiore

Terapia dell’osteocondrosi

La terapia di osteocondrosi e osteocondrite dissecante varia in base alla gravità della patologia e al momento in cui viene scoperta e quindi trattata.

Se presa nelle fasi iniziali l’OC e l’OCD il nostro veterinario potrà proporci di tentare un trattamento conservativo, con lo scopo di rallentare la progressione della patologia.

La terapia sarà composta da farmaci antinfiammatori, integratori adatti a supportare la cartilagine, riposo, uno stile di vita corretto mirato a ridurre un eventuale sovrappeso e squilibri alimentari e fisioterapia.

Se il trattamento conservativo non funziona o non è consigliato si può valutare di trattare chirurgicamente la patologia.

Gli approcci possono essere diversi in base alla situazione del nostro cane e alle valutazioni del veterinario ortopedico.

Si potrà decidere di rimuovere il frammento di cartilagine oppure di fissarlo con un chiodo di materiale riassorbibile.

Lo scopo di ogni tipologia di trattamento chirurgico è di evitare che rimangano liberi frammenti che interferiscono con il movimento articolare ed eliminare tramite un lavaggio dell’articolazione i mediatori chimici dell’infiammazione ed eventuali piccoli detriti minori. Così facendo si favorisce, per quanto possibile, la ricostruzione della cartilagine. E’ importante ricordare che, negli animali il cui accrescimento è finito, la cartilagine non cresce più, quindi quello che si può fare è limitare il peggiorare del danno.

Le tecniche chirurgiche principali utilizzate nel trattamento dell’osteoartrite dissecante sono due. Si può procedere aprendo l’articolazione, tecnica detta artrotomia, oppure si può scegliere un metodo meno invasivo come l’artroscopia.

Entrambe hanno pro e contro, e anche in questo caso si dovrà scegliere dopo attenta valutazione con il nostro veterinario.

L’artrotomia è più invasiva, ma può rivelarsi necessaria in alcuni casi, mentre l’artroscopia ha il vantaggio di traumatizzare meno l’articolazione e consente un trattamento post-operatorio più agevole e una ripresa funzionale più precoce.

Dopo la chirurgia sarà importantissima la gestione del paziente, con riposo, la ripresa del movimento con i tempi consigliati dal veterinario che lo ha operato e la fisioterapia.

Qualsiasi sia l’approccio terapeutico che abbiamo scelto la dieta e gli integratori giocano un ruolo molto importante.

Gli integratori vanno scelti attentamene, chiedendo sempre consiglio al nostro veterinario. E’ importante che contengano Glucosamina cloridrato e Condroitin solfato altamente purificati e componenti antinfiammatorie e di supporto alla produzione di acido ialuronico.

Tra le sostanze antinfiammatorie di origine vegetale più indicate c’è la Boswellia serrata, che deve essere presente in quantità sufficiente ed essere trattata per essere altamente biodisponibile. Questo significa che per la maggior parte verrà assorbita dall’intestino del nostro cane, e in questo modo, potrà svolgere la sua funzione al meglio.

Tutte queste componenti sono presenti in Confis Ultra un integratore pensato per supportare il metabolismo delle articolazioni in caso di osteoartrite.

All’interno di Confis Ultra possiamo trovare la Boswellia serrata ricoperta di acidi grassi per massimizzarne l’assorbimento in combinazione con altre componenti antinfiammatorie e antiossidanti con azioni sinergiche.

Questo vuol dire che le proprietà delle sostanze presenti sono complementari e si esaltano a vicenda, aumentando ulteriormente la loro efficacia.

Il nostro veterinario ci saprà consigliare al meglio la posologia, i tempi di somministrazione e le tempistiche in cui possiamo aspettarci di vedere dei miglioramenti. Ascoltare le sue indicazioni è fondamentale per garantire la miglior cura possibile al nostro cane.

Prevenzione dall’osteocondrite

Dopo aver portato a casa un cucciolo ci si chiede sempre cosa si può fare per limitare quanto più possibile le malattie.

L’osteocondrosi e l’osteocondrite dissecante fanno parte di quelle patologie che hanno una forte componete genetica, ma questo non vuol dire che non si possa fare nulla per prevenirle o per mitigarne i sintomi e gli strascichi nella vita adulta del nostro cane.

Il primo passo è sempre una dieta bilanciata in modo da evitare il sovrappeso e uno stile di vita sano, commisurato all’ambiente esterno e alle possibilità fisiche del nostro animale.

L’attività fisica è fondamentale ma senza esagerare, e deve essere effettuata con criterio, con l’intensità giusta e nelle ore più idonee in base al periodo dell’anno.

L’alimentazione va pianificata con estrema cura, meglio se consultando un veterinario esperto in nutrizione, che ci saprà dare le indicazioni migliori per dare al nostro cucciolo una dieta perfetta e un’integrazione adatta alle sue esigenze.

In fase di sviluppo sono particolarmente indicati integratori che contengano Glucosamina Cloridrato e Condroitin Solfato, due molecole in grado di favorire il corretto sviluppo articolare.

Glucosamina Cloridrato e Condroitin Solfato fanno parte delle componenti della cartilagine e se assunte regolarmente sono in grado di migliorare lo stato di salute dell’articolazione, proteggendo la cartilagine che si sta formando dai piccoli traumi che sono tipici della fase di crescita.

Un’integratore con queste caratteristiche è Confis Start, formulato appositamente per prendersi cura delle articolazioni del nostro cane con delle componenti di altissima qualità, con una purezza certificata di oltre il 99,9%.

Chiedi sempre consiglio al tuo veterinario di fiducia per scegliere il prodotto migliore per il tuo cucciolo.