Già dalle fasi più precoci dell’artrite è presente uno stato infiammatorio, che coinvolge inizialmente il liquido e la capsula sinoviale, e che successivamente si estende alle altre componenti dell’articolazione.

L’infiammazione conseguente ad osteoartrite consiste essenzialmente nella liberazione di mediatori infiammatori ed enzimi proteolitici nel liquido sinoviale, vasodilatazione e gonfiore articolare, e danneggiamento della cartilagine. Lo stato infiammatorio articolare si associa, in corso di artrite, a un aumento nella produzione di radicali liberi e conseguente danno ossidativo della cartilagine, inducendo in ultima analisi uno stato di dolore più o meno intenso.

Nelle fasi inziali dell’osteoartrite l’infiammazione si può manifestare in forma acuta, con gonfiore dell’articolazione che risulta dolente alla palpazione e calda al tatto. In questa fase i movimenti passivi di estensione e flessione causano dolore, e anche la zoppia può risultare particolarmente marcata. Nelle fasi successive, cioè dopo diversi giorni, l’infiammazione si cronicizza, quindi i fenomeni sono meno evidenti ma più costanti nel tempo, con l’alternanza di fasi di remissione dei sintomi e di riacutizzazione.