L’alimentazione del tuo pet non può essere sempre la stessa, essa infatti varia a seconda delle fasi di vita. L’importante, dal cucciolo fino all’animale senior, è garantirgli il cibo più adeguato. E l’attività fisica? Anche quella è importante, ma va gestita al meglio, seguendo le indicazioni del veterinario.
Sommario
Valutazione nutrizionale e attività fisica
Mai sentito parlare di Body Condition Score (BCS)? Si tratta di un punteggio della condizione corporea che, insieme alla scala di misurazione dello stato muscolare (Muscle Condition Score, o MCS) e alla considerazione dei fattori nutrizionali, aiuterà il veterinario a comprendere se il regime dietetico in corso sia da mantenere, o da modificare.
Cibo fresco o commerciale? L’importante è che sia bilanciato, completo e dietro consiglio medico. Diversi i fattori da considerare nella scelta della dieta, come età, stato fisiologico, attività fisica e patologie. Inoltre, nella specie canina i singoli soggetti possono differire molto l’uno dall’altro e l’energia necessaria non viene correlata al peso, ma alla superficie corporea (tecnicamente, si parla di “peso metabolico”). La valutazione nutrizionale dovrebbe far parte di ogni visita generica ed esistono anche degli appositi percorsi formativi per i veterinari che si occupino specificamente di nutrizione. Il razionamento alimentare del tuo animale, infatti, non è cosa semplice come si potrebbe pensare, e solo il veterinario potrà provvedere a integrare opportunamente la densità energetica degli alimenti con il corretto fabbisogno del pet, fornendoti preziose indicazioni anche rispetto all’attività fisica, tenendo conto dell’età e delle diverse fasi della vita.
La corretta gestione del cucciolo
Nella fase di “accrescimento veloce” (solitamente verso i 6-9 mesi, con variazioni rispetto a razza e taglia), lo sviluppo avviene in maniera relativamente rapida, rispetto al tempo in cui si verifica. In termini di fabbisogno energetico, quello del cucciolo è all’incirca doppio rispetto a quello degli adulti. In particolare, l’accrescimento più rapido avviene nel corso dei primi 6 mesi di vita e in questo periodo il fabbisogno supera qualsiasi altro periodo della vita canina (tranne quello dell’allattamento materno). Certo, ciò avviene con significative differenze di razza e taglia e in quella grande-gigante occorre più tempo, che va dai 15 ai 24 mesi. Generalmente, lo svezzamento si intraprende a 4-6 settimane di vita, iniziando a introdurre alimenti diversi dal latte, in modo che già alle 8 settimane i cuccioli possano masticare del cibo solido.
In tutta la fase dell’accrescimento evita l’iperalimentazione! Essa, infatti, faciliterebbe obesità e problematiche ortopediche in qualsiasi soggetto in crescita, ancor più se appartenenti alle razze canine a rischio di displasia di anca e gomito. Nell’ultima classifica dell’OFA (Orthopedic Foundation for Animals) relativa alla displasia dell’anca, ai primi posti non troviamo solo razze grandi e giganti come Bulldog, Dogue de Bordeaux e Mastino Napoletano, ma anche taglie medie come Cocker Spaniel e molossoidi di piccola taglia. Il Carlino, ad esempio, figura tra le razze a rischio anche per la displasia di gomito, che vede invece sul podio il Chow Chow. Perciò, astieniti dalla sovra-nutrizione, specialmente se hai preso con te un cucciolo che appartiene a queste razze (vedi articolo: Quali sono le razze canine predisposte all’OA?). Soprattutto in questi casi, sono da prendere in considerazione le integrazioni con nutraceutici specifici per le articolazioni. Utili sempre, ma ancor più nel cucciolo, i prebiotici, i probiotici e i nucleotidi. Questi ultimi, inoltre, hanno mostrato di avere anche un effetto anti-fatica, contrastando lo stress ossidativo nel muscolo scheletrico animale.
E il “mistero” dell’integrazione del calcio? Il cucciolo, oltre ad avere un assorbimento attivo di questo elemento, fino ai 6 mesi ne ha anche uno passivo. Questa caratteristica lo protegge da eventuali carenze, ma può facilitarne gli eccessi. Perciò, mai come in questo caso, bando al fai-da-te e affidarsi al veterinario, per garantire il corretto apporto calcio-fosforo, evitando eccessi di calcio che potrebbero portare a patologie scheletriche. L’attività fisica, soprattutto durante il periodo di rapido accrescimento, deve essere “controllata”. In particolar modo nelle displasie, infatti, la gravità della malattia può essere influenzata da fattori ambientali, come l’apporto calorico o il livello di esercizio eccessivi.
Cani adulti: come capire se sono in forma
Un cane viene considerato adulto quando completa la fase di rapido accrescimento e la maturazione fisica e sociale, verso i 3-4 anni. Tra le variabili del fabbisogno “di mantenimento” del tuo cane adulto rientra anche il grado di attività fisica, che non è soltanto quella sportiva dell’animale “da lavoro”, ma anche quella spontanea, influenzata dal temperamento individuale, più o meno tendente alla sedentarietà. Se hai un cane Labrador o Golden Retriever, Beagle, Cocker Spaniel, considera che queste razze (e non solo queste!) tendono all’obesità; invece altre, come nel caso dei Levrieri, sono tendenti alla magrezza. Ricordi quando abbiamo parlato di Body Condition Score? In una delle scale di questa misurazione della condizione corporea sono previsti 9 punti, dove il 5 è quello ideale (figura 1). Perciò, se noti che il tuo cane ha il costato facilmente palpabile, con minimo grasso di copertura e la vita visibile dall’alto e retrazione addominale evidente, vuol dire che è in perfetta forma! Se invece vedi che il costato sparisce del tutto o quasi e che il grasso, oltre al costato, ricopre anche altre zone come quella lombare, coda, collo, e zampe, vuol dire che il BCS del tuo cane va da 6 a 9 punti. In questi casi, il movimento diventa ancor più importante, abbinato al regime dietetico ipocalorico stabilito dal veterinario.
Una buona regola di gestione ambientale sarà, in generale, quella di accertarsi che sia tu e nessun altro la fonte primaria dell’alimentazione di Fido (per intenderci, evita che possa andare in giro a mendicare cibo dai vicini o che i tuoi figli gli allunghino di nascosto qualche avanzo sotto il tavolo). Dopodiché, attieniti alla dieta assegnata, senza lasciarti intenerire dagli occhi dolci che il cane inizierà a farti, implorante, sperando che così gli aumenti la razione. Come per noi umani, una dieta ipocalorica deve essere rispettata al meglio.
E l’attività fisica? In casa, può risultare d’aiuto l’arricchimento ambientale, includendo maggiori opportunità di gioco e di esercizio, o anche prendendo precauzione per diminuire la percezione di minaccia da parte di altri animali, se ne hai più d’uno, riducendo così eventi ambientali imprevedibili e stressanti. I cambiamenti di gestione dell’ambiente possono includere anche dei giocattoli per la nutrizione attiva, come i “pet puzzle”, alimentatori interattivi che fanno fare esercizio al cane mentre mangia, o le ciotole per pasti lenti, che prolungano il tempo di consumazione del cibo. Anche rispetto a ciò, sarà il veterinario a consigliarti, caso per caso. Utilizzare un misurino graduato, inoltre, potrà facilitarti nel rispettare le giuste quantità di cibo da somministrare.
Fuori casa, non fargli certo mancare le passeggiate al guinzaglio e, laddove possibile e consigliabile, il moto libero e spontaneo nel verde. Il veterinario, in base alle caratteristiche del cane e della dieta, ti indicherà quanto moto fargli fare a settimana. Se il tuo pet è castrato, tieni presente che gli ormoni sessuali (sia estrogeni che testosterone) tendono a ridurre l’appetito. Gli animali sterilizzati infatti hanno più fame e, anche a causa di altri fattori quali variazioni metaboliche e riduzione dell’attività fisica, tendono al sovrappeso. Per questo, la giusta dieta e il moto diventano un binomio vincente. Esistono dei cibi appositi per la condizione dei soggetti castrati o sterilizzati e, anche e soprattutto in caso di dieta casalinga, affidati unicamente alle indicazioni mediche. E se per caso noti che la dieta assegnata al tuo cane non gli è gradita, o che non riesci a rispettare le indicazioni relative al moto, parlane con il veterinario, che troverà insieme a te una nuova strategia. E se la tua cagna è in dolce attesa? È importante che, al momento dell’accoppiamento, abbia una forma fisica ideale. Durante la gestazione (dove il fabbisogno sale fino al 60%) e l’allattamento, mangerà cibi digeribili, energetici e di buona qualità. Dietro consiglio medico, ovviamente!
Attenzione all’obesità!
L’obesità è una condizione che a sua volta predispone il pet ad altre malattie: un aumento del 20% del peso corporeo può già contribuire a condizioni come diabete, artrosi e malattie cardiovascolari e respiratorie. Diete equilibrate e complete, con minore densità energetica e maggiori concentrazioni di proteine e fibre, favoriscono la sazietà e prevengono l’eccessiva perdita di massa magra durante il dimagramento. Ma per ottenere i migliori risultati, analogamente a quanto osservato per la compliance dei genitori di bambini obesi, la tua collaborazione come proprietario gioca sempre un ruolo-chiave nel successo del piano alimentare del tuo animale. Durante un programma di riduzione del peso, è stata valutata la collaborazione dei proprietari (Porsani et al, 2020): essa veniva considerata soddisfacente se, nei tre momenti richiesti, oltre a fornire dati relativi al cibo somministrato, si riferiva anche di aver evitato snack fuoripasto e di aver fatto praticare al cane un’attività fisica di almeno 20 minuti 2 volte alla settimana. Ebbene, nonostante l’esercizio fosse stato consigliato a tutti, è stato eseguito solo dal 53,4% dei proprietari (39 su 73), con un tasso medio di riduzione del peso settimanale non soddisfacente nel 64,4% dei cani. Insomma, senza il tuo aiuto l’obesità di Fido non si vince…
Esercizio e cani sportivi |
I cani da slitta, si sa, svolgono una regolare attività di resistenza ed esercizio aerobico, sia durante l’allenamento che nella stagione agonistica. Recentemente sono stati valutati gli effetti dell’esercizio fisico sulla capacità cardiaca e respiratoria in 16 Siberian Husky, rispetto all’integrazione di triptofano (Thornton et al, 2020). Che cos’è il triptofano? Un aminoacido essenziale per il cane e precursore della serotonina, un neurotrasmettitore dai diversi effetti tra cui quello di modulare l’attività cardiaca e polmonare. L’esercizio fisico veniva implementato gradualmente nell’arco di 12 settimane (corsa alla velocità media di 15 km/h). Quindi, venivano misurate la funzionalità cardiaca e respiratoria, con un sistema mininvasivo a distanza. È risultato che l’esercizio continuativo (con aumento graduale di intensità e durata) promuove l’adattamento sia cardiaco che polmonare e del tempo di recupero dopo l’esercizio, indipendentemente dall’integrazione con triptofano. |
Anziani: il moto ben fatto, fa bene
Generalmente, i cani di grande taglia vengono classificati come anziani dall’età di 5-8 anni, mentre quelli di piccola taglia dall’età di circa 10 anni. Un cane, in ogni caso, si definisce anziano quando fa il suo ingresso nell’ultimo 25% della vita stimata. Con l’età subentrano limitazioni funzionali in diversi organi, ridotta attività fisica, variazioni nel grasso corporeo, una minore massa magra e cambiamenti endocrini (come nell’attività tiroidea), che finiscono per influenzare l’intero organismo e ridurre il fabbisogno energetico fino al 40%. Le malattie articolari degenerative, in particolare, possono avere ripercussioni negative sull’attività fisica, contribuendo alla riduzione del fabbisogno.
Un BCS (il punteggio di condizione corporea, ricordi?) che sia stato mantenuto ottimale nel corso della vita favorisce un sano invecchiamento: sul Labrador Retriever si è visto che una restrizione del 25% nell’assunzione di cibo aumenta la durata della vita media e ritarda l’insorgenza di malattie croniche. Inoltre, programmi energetici restrittivi sono stati associati a una minore tendenza all’artrosi. Se nelle prime fasi della vita anziana l’apporto energetico sarà ridotto, per scongiurare obesità e diabete mellito, in seguito, la dieta potrà essere implementata dal veterinario al fine di ritardare la perdita di massa magra che si determina nei vecchietti, sempre compatibilmente con malattie specifiche sottostanti che potranno richiedere degli aggiustamenti, soprattutto delle proteine. Inoltre, la fibra (sia solubile che insolubile) ha effetti positivi sul benessere intestinale e sul microbiota. Circa i minerali, è importante mantenere un adeguato rapporto calcio/fosforo. Utili, vitamine e antiossidanti.
E l’attività fisica? Si è visto che nel Beagle anziano un esercizio di 10 minuti al giorno con il treadmill migliora il consolidamento della memoria, soprattutto a distanza di 24 ore e dopo lo stesso tipo di esercizio eseguito in maniera continuativa per 14 giorni (Snigdha et al, 2014). Ma come fare per stimolare il moto nel tuo vecchietto? Un consiglio utile può essere quello di sottoporre il cane a un esercizio quotidiano, ma moderato, evitando sforzi eccessivi nel week-end che poi lo costringerebbero a un faticoso recupero settimanale. Soprattutto in caso di soggetti anziani con OA o altre patologie ortopediche, sarà opportuno seguire attentamente le indicazioni del veterinario sia rispetto al cibo che all’attività fisica, ancor più se stanno seguendo dei protocolli riabilitativi fisioterapici. La maggior parte dei veterinari, ma solo il 44% dei proprietari, ritiene che la mancanza di esercizio fisico contribuisca all’obesità dei pet. Questo potrebbe essere spiegato dalla mancanza di tempo per portare il cane a fare una passeggiata o giocare con lui. Pur comprendendo le difficoltà quotidiane, ti invitiamo a farlo. Vedrai che ne gioverai anche tu, oltre al cane, e che ne beneficerà anche il vostro rapporto uomo-animale!