Cosa differenzia un alimento industriale completo da uno complementare? Se hai un cane in casa, saprai che questa è una domanda frequente tra i proprietari di pet.

Proviamo a chiarire in maniera semplice la differenza tra un mangime definito completo e uno complementare: per farlo per bene, accenniamo brevemente anche alla normativa di riferimento.

Per le definizioni, ci viene in aiuto il Regolamento della Comunità Europea N. 767/2009.

Un mangime è detto composto quando contiene almeno due materie prime, contenenti o meno additivi, destinati all’alimentazione animale per bocca.

I mangimi composti possono presentarsi sotto forma di

  • Mangime completo: quando la composizione è tale da renderlo sufficiente alla razione giornaliera dell’animale.
  • Mangime complementare: data la composizione, presenta un elevato contenuto di talune sostanze, ma risulta sufficiente alla razione giornaliera solo se associato ad altri mangimi.

Il ruolo, dunque, dei mangimi complementari è, come dice il nome, di “complemento” alimentare, non quello di soddisfare l’intera razione giornaliera del tuo cane.

Tra i mangimi complementari (che possono presentarsi sotto diverse forme, come ad esempio snack o cibi industriali umidi), rientrano anche quelli che comunemente vengono considerati “integratori alimentari” per il pet, assimilandoli a quelli destinati a noi esseri umani; la terminologia tecnica corretta e rispettosa della normativa, invece, per gli animali domestici è mangimi complementari. Quindi, per intenderci, se vuoi comprare un “integratore” per il tuo cane o gatto, sappi che tecnicamente stai acquistando un mangime complementare appositamente formulato per la sua specie.

Mangimi dietetici

Nell’attuale pratica clinica veterinaria il ruolo dei mangimi dietetici è rilevante.

Cosa s’intende per dietetico?  Completo o complementare che sia, si tratterà di un mangime capace di soddisfare il particolare fine nutrizionale cui è destinato, in virtù di una composizione o metodo di fabbricazione particolari, che vanno a differenziarlo nettamente dai normali mangimi.

Stando al Regolamento della Comunità Europea N. 767/2009, per particolare fine nutrizionale s’intende il soddisfacimento di esigenze nutrizionali specifiche di quegli animali in cui il processo digestivo, di assor­bimento o il metabolismo sono alterati, o rischiano di esserlo, temporaneamente o in modo irreversibile e “che, di conseguenza, possono trarre giovamento dall’assumere dei mangimi adeguati al loro stato”.

Cosa dice la FEDIAF

La FEDIAF è la Federazione europea dell’industria degli alimenti per animali da compagnia.

Oggi, al 15 marzo 2021, sul sito della FEDIAF è possibile leggere che “i prodotti PARNUT (mangimi destinati a PARticolari fini NUTrizionali) sono alimenti appositamente formulati per aiutare gli animali domestici con problematiche metaboliche”.

Il recente Regolamento europeo 2020/354 della Commissione del 4 marzo 2020 stabilisce un vero e proprio elenco degli usi previsti per i mangimi destinati a particolari fini nutrizionali e abroga la direttiva 2008/38/CE.

Un esempio di uso previsto? Per la “riduzione dei disturbi acuti dell’assorbimento intestinale”, quali diarree acute e successivi periodi di convalescenza, il mangime viene immesso sul mercato come complementare per cani e gatti, e in etichetta “si raccomanda di chiedere il parere di un veterinario prima dell’uso”.

Nel caso di particolari additivi come, ad esempio, gli stabilizzatori della flora intestinale o i microrganismi, essi dovranno essere quelli autorizzati per le specie animali cui il prodotto è destinato. Perciò, bando al fai-da-te e affidati al medico veterinario per la scelta più adeguata al tuo cane.

Secondo Robin Balas, che è a capo del della task force PARNUT della FEDIAF, “l’adozione di questo quadro normativo moderno e basato sulla scienza è la garanzia che i pet con particolari esigenze nutrizionali continueranno ad avere accesso alla giusta alimentazione”.

L’etichetta

E l’etichettatura di ogni mangime è importante: serve non solo ad applicare la legislazione, ma anche a garantire la tracciabilità e i controlli.

L’etichetta dovrebbe, infatti, sempre essere “uniforme, coerente, trasparente e comprensibile” (Regolamento CE N. 767/2009). In tal modo, essa andrà a contribuire alla sicurezza dell’acquirente.

Alcune indicazioni sull’etichetta vengono fornite in modo obbligatorio, altre con carattere facoltativo; nel caso dei mangimi dietetici, si potranno riportare anche delle prescrizioni aggiuntive.

Nel caso dei mangimi complementari PARNUT, troverai anche le istruzioni per un uso corretto rispetto alla razione giornaliera.

L’etichettatura e la presentazione dei mangimi non devono, in ogni caso, indurre in errore il consumatore. Al fine di tutelare l’acquirente del petfood, anche la FEDIAF ha emesso un Codice relativo alle buone pratiche di etichettatura e commercializzazione, che viene rivisto annualmente.

La filiera

 La sicurezza e la qualità dei mangimi, sia completi che complementari, viene garantita anche da processi e standard definiti.

Questo vale per l’intera filiera produttiva, a cominciare dalla selezione delle materie prime e degli additivi, fino al prodotto finito.

Nell’ottica di garantire la massima sicurezza del petfood, nel 2001 la FEDIAF ha adottato degli standard interni, a cui far aderire le aziende durante tutte le fasi di produzione.

Prima di usare un mangime complementare per il tuo cane, ricorda comunque di chiedere sempre un parere al medico veterinario, che saprà indicarti quale “complemento” sia più idoneo all’alimentazione del pet, e come somministrarlo anche rispetto al suo periodo d’impiego.