Cosa fare per evitare che l’osteoartrite peggiori la qualità della vota del pet? Conoscere e contrastare l’insorgenza dei fattori di rischio, può essere utile.

Alcuni fattori di rischio

Il sovrappeso e l’obesità sono tra i principali fattori di rischio per l’osteoartrite.

Secondo evidenze scientifiche recenti, l’incidenza e la gravità della zoppia clinica sono strettamente correlate alla condizione corporea nei pazienti in sovrappeso e obesi.

Perché, esattamente? Oltre al fatto che l’eccesso di peso determina un carico meccanico esagerato, che va a peggiorare i segni clinici degli animali artrosici, ci sono evidenze anche di un potenziale legame tra adipochine (molecole prodotte dal tessuto adiposo) e infiammazione legata all’obesità, con un peggioramento dell’osteoartrite.

La perdita di peso e l’esercizio fisico sono dunque fondamentali per migliorare il dolore e la mobilità compromessa degli animali affetti da artrosi.

Uno studio ha messo in luce che cani anche moderatamente in sovrappeso hanno un maggior rischio, nel corso della vita, di sviluppare precocemente malattie croniche e di dover assumere farmaci prima di altri cani non in sovrappeso, con una differenza di circa il 25% tra i due gruppi.

E nel gatto? Anche i gatti obesi presentano maggiori rischi di sviluppare diverse malattie, come il diabete e l’osteoartrite.

Senza dimenticare, poi, che l’obesità si associa anche a un aumento dello stress ossidativo, che può a sua volta contribuire a diversi stati di malattia.

Cosa puoi fare allora, tu, come proprietario?

Contenere l’apporto calorico e aumentare l’attività fisica può aiutare non poco a mantenere il giusto peso corporeo del tuo animale d’affezione. Come riuscirci? La regola aurea da rispettare è sempre la stessa, bando al fai-da-te: consultati sempre con il medico veterinario e segui le sue indicazioni, sia rispetto al piano alimentare da far seguire al pet (senza cedere a fuori pasto non consentiti), sia rispetto al moto da fargli fare, che dovrà essere considerato rispetto alle caratteristiche specifiche dell’animale.

Una questione di razza

E se hai preso con te un cucciolo delle razze canine predisposte a sviluppare artropatie predisponenti all’osteoartrite, come comportarti?

Fai seguire il cucciolo fin dai primi mesi di vita dal medico veterinario, in modo da poter procedere alla diagnosi e al trattamento, anche chirurgico laddove richiesto, in tempo ancora utile per risultare efficace.

Esistono alcune patologie ortopediche, infatti, che predispongono all’OA e sono ereditabili, e perciò prevedono un apposito protocollo regolamentare e di screening:

  • Displasia di anca e/o gomito
  • Lussazione di rotula
  • Necrosi asettica della testa del femore

Le displasie di anca e gomito colpiscono soprattutto razze di taglia medio-grandi e giganti.

Hai un Bovaro del Bernese, un Rottweiler, un Bullmastiff? È più probabile che siano razze di taglia grande come queste a sviluppare la displasia dell’anca e quella del gomito; ma non manca qualche eccezione nella piccola taglia, come nel caso del Carlino.

La piccola taglia, invece, è la più colpita nel caso della necrosi asettica della testa del femore (Barbone toy, Boston terrier, Bouledogue francese, Carlino, Pug, Yorkshire terrier e West highland white terrier).

Il medico veterinario potrà decidere di includere mangimi complementari per il benessere articolare, in seno all’approccio multimodale all’osteoartrite. Uno di questi, è il Confis Ultra® di Candioli Pharma, formulato per il supporto del metabolismo articolare del cane in caso di osteoartrite. Sempre dietro consiglio medico-veterinario.