L’osteoartrite (OA) è una condizione cronica e progressiva, che coinvolge tutti i comparti articolari. Oltre alla componente degenerativa, il processo artrosico riconosce anche una componente infiammatoria di basso grado.

Quali sono i principali segni clinici dell’OA nel cane?

  • dolore articolare
  • zoppia

Poiché il dolore cronico impatta notevolmente sulla qualità di vita del pet, l’obiettivo primario del trattamento dell’artrosi sarà limitare il dolore.

L’approccio terapeutico all’osteoartrite viene definito “multimodale” perché può includere diversi tipi di trattamento, incluso quello chirurgico quando opportuno, che verranno combinati dal medico veterinario, caso per caso.

Nella gestione farmacologica, primariamente a base di Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei), cortisonici e altre molecole contro il dolore, si potranno affiancare anche sostanze Dmoad (Disease modifying drugs), con potenziali capacità di “modificare la malattia”, tra cui glucosamina e condroitin solfato. Esistono dei prodotti che le contengono, come il Confis Ultra di Candioli Pharma, mangime complementare appositamente formulato per il supporto del metabolismo articolare del cane, in caso di osteoartrite; sebbene non si tratti di farmaci, segui sempre le indicazioni del medico veterinario.

Molto importante anche la gestione non farmacologica dell’OA che, secondo le indicazioni Wsava (World small animal veterinary association), comprende:

  • Controllo del peso
  • Modulazione della dieta
  • Esercizio fisico
  • Fisioterapia
  • Modifiche dell’ambiente (per adattarlo alle esigenze motorie del cane con OA)
  • Supplementi alimentari
  • Agopuntura

Quanto è importante il controllo del peso nell’OA?

Molto. In effetti sovrappeso e obesità, aumentando il carico meccanico, possono solo peggiorare il quadro clinico dell’animale artrosico. Secondo Wsava, il peso corporeo ideale andrebbe mantenuto tra 4 e 5 punti, sui 9 totali dell’indice della condizione corporea, o Bcs (Body condition score). Un corretto screening nutrizionale è sempre importante in una corretta gestione del pet, ma in caso di OA diventa fondamentale.

Segui le indicazioni del tuo medico veterinario, che potrà anche riferire a un collega con particolari competenze in Nutrizione, Alimentazione e Dietologia clinica degli animali da compagnia. In ogni caso, segui il piano specificamente formulato per il tuo cane, affinché raggiunga una condizione corporea ottimale, e la mantenga nel tempo. Bando ai fuori pasto non consigliati e al fai-da-te.

Soprattutto nella delicata fase della crescita (fino ai 18 mesi di età, nella taglia grande-gigante), una dieta sbilanciata può risultare molto dannosa, specialmente nelle razze a rischio di artropatie come la displasia dell’anca.

L’alimentazione va ben gestita, poiché può influenzare non solo le malattie ortopediche dello sviluppo, ma anche il processo infiammatorio artrosico; mai eccedere con l’integrazione di alcuni elementi, come il calcio, ed evitare la sovralimentazione durante la crescita, da tempo considerati fattori di rischio (Richardson, 1997).

Oltre al controllo del peso, può essere utile l’integrazione con acidi grassi omega-3 Epa (acido eicosapentaenoico) e Dha (acido docosaesaenoico); ulteriori studi suggeriscono che supplementi alimentari come glucosamina, condroitin solfato, sostanze antiossidanti e cozze dalle labbra verdi possono risultare benefici nella gestione dell’OA (Perea, 2012).

Il medico veterinario potrà anche darti indicazioni per associare alle modifiche alimentari un adeguato esercizio fisico, che tendenzialmente dovrà essere costante, senza eccessi e stabilito a seconda dell’età e della condizione fisica del cane.

Ma se Fido è in sovrappeso, quanto dovrà dimagrire rispetto all’osteoartrite? Una riduzione del peso anche solo del 6-9% apporta già notevoli miglioramenti nella gestione dell’OA (Marshall et al, 2010). Dargli più cibo non significa fare il bene del tuo cane, anzi. Far sì che mantenga una buona condizione corporea, invece, significa migliorargli la qualità di vita. Non dimenticarlo.